1. 2. Venezia. Fino a tre

– Accendete le candele qui dentro! –
Sono sola in quella Torre,
dove le finestre sono sbarrate,
e il mese e` quello di ieri,
in cui
– non con una sferza –
con le parole per pubblicita`
mi hanno piegato in un arco.
– Sono un reietto!
L’ombra e` in pericolo! –
Non ho neanche voglia di tornare a casa.
e` angusto li`! – dalla gabbia,
i miei scarni appunti
correvano lungo le pareti,
non a penna,
ma con l’inchiostro rosso su bianco:
“Sei tu chi ha scritto il futuro
sui quaderni con il forcone?!”
– Ce ne sono due! –
i piu` secolari, alati, due leoni,
La piazza San Marco ride:
non sembro una leonessa!
Sento l’odore di quanto presto
torneremo nella capitale,
il mondo tremera`:
si svegliera` e girera` in una danza di foglie,
esplodera` in “Lei” invece di “Tu”!
il treno assonnato
si precipita, si precipita, si precipita
verso il centro di un nuovo capitolo –
direttamente all’Inferno...
Il leone non e` felice?..
Succede anche questo,
c’e` un sacco delle ragazze stupide!
per alcuni – una gru,
per altri – una cinciallegra,
come prima, al mattino,
sogno la Sacerdotessa,
mentre in Paradiso contano fino a tre:
inspira, sospira e Dio,
che gioca sempre con i vivi:
ci pugnala al cuore con angoli storti,
intrecciando i fili dei nostri destini...
– Raddrizzatemi le spalle! –
ho gridato, sofferente,
volando verso le candele,
mentre Dio,
da cartomante,
desidera quando la mia anima
dai capelli grigi come un vecchio,
lascera` il corpo
per sempre...

ottobre 2006

Foto - autore a Venezia, 2006


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