Vampata Olga L. Juravlyova

La poesia fu scritta il 24.01.1998  a Tashkent, Uzbekistan

La traduzione in italiano effettuata il 9.11.2016 a Perugia, Italia

E’ finita… Candele sono spente,
Le consonanze prigioniere tacciono,
Sono calmati i suoni del discorso languido,
E la voce non melodiosa sta tremando.

Spezzati via tutti i fili d’anima
Creati con le corde della felicita'.
Ci eravamo appena conosciuti - 
Ci siamo imbattuti tra le braccia dal Destino.

Per un istante della passione inebriata
Ti sono ceduta e data tutta me stessa.
Con l’anima spezzata e sanguinata 
Mi sono innamorata e amavo solo te.

Ormai, il mio calice e' bevuto. Il vino non ci agita piu'. 
Non fa piu' flussi del color ciliegia…
Solo il vento batte forte con la neve nelle finestre mie -
E il dolore come l’ombra mi copre il cuore…

Aspetto un ospite: l’Oblio sta per venire a trovarmi,
Invece, la Memoria mi appella da un’intima amica,
Pero' come l’amica falsa con maledizione   
Mi versa un veleno nel mio calice fatale. 


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