Alla pazza divina

 

              Versi diversi.

                VI

             Alla pazza divina.


Negli occhi del bambino s’impronto` l’orrore della morte.
E` la scoperta personale che fa ognuno di noi, nella solitudine assoluta.
E poi diventiamo tutti uguali, una massa di normali,
tranne quelli che restano bambini.


<Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i piu` robusti,
ma quasi tutti sono fatica, dolore; passano presto e noi ci dileguiamo.>
C’e` chi lo capisce e lo riconoscono pazzo.
Gli altri vivono come se avessero mille anni almeno.


Micidiale normalita` chiama della pazzia tutto cio` che e` piu` umano,
vive negli appartamenti infarciti di elettrodomestici
e sputa sprezzantemente vedendo la casa brutta
nonostante in questa casa fosse nata la primavera. 


I dottori danno la caccia alle ombre della divina pazzia.
Credono all’eugenetica, applicano i metodi di sterilizzazione fisica e mentale.
Quelli piu` avanzati credono al post-uomo che non soffrira` piu` di niente.
Pensano alle cose alte senza levare gli occhi dalla terra.


Vivere con gli occhi lacrimosi o pieni di sorriso e` uguale.
Morire sano o malato non fa differenza.
Un lampo di genio costa anni di fatiche e dolori.
Una presa di coscenza dell’amore ci rende umani.


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