Napoli. Мarzo di sole

NAPOLI.  MARZO  DI  SOLE



Il ventoso vico mediterraneo
in labirinti di spazio e di tempo
coperti di basole nere
di pietre vulcaniche –
la citta' ineffabile, un poco pazzesca,
che gia' il terzo millenio,
si diverte come un bambino,
con la sua raffigurazione ondulata
nella vasca rotonda del golfo.
E accanto dorme attentammente
coperto colla lana caprina
il Vesuvio, custode orbo
delle vigne di smeraldo e di rubino,
e dei giardini di pesche dorate.


XAIPE! – sono udibili le sotterranee voci,
XAIPE! – chiamano i rintocchi di bronzo
dalle rovine di Ercolano.
XAIPE! – in Campania corre
sulle pietre del cammino suonando
il carro ornato della primavera.   
XAIPE! – colle orbite sue umidi
il craneo marmoreo mira stupendo
fioritura appassionata delle camelie
nel chiostro della Certosa.


Sotto i solini fiammanti delle arance,
sotto bagliori morbidi di fogliame,
un quartetto di instancabili merli
in vestiti eleganti da hidalgo
suona intensamente
cembalo e violini
la serenata all’andaluso per quella
che con i fiori della sua adolescenza
una volta in un marzo di sole
catturo' occasionalmente il cuore
del cavaliere piu' coraggioso
di tutta la corte del vicere.


Questo semplice, quest’ il canto il piu' bello nel mondo
regala sorridendo la primavera
a lei, nel fondo vago del tempo andata,
a te, la degna erede della sua bellezza,
alle tue madri, alle tue sorelle,
alle tue figlie e alle nipotine,
a tutte coloro che continueranno
il grande sacramento di vita nuova 
fra i muri di quei palazzi angioini,
agli stretti cortili di via del Sole,
ai vicoletti di Donnalbina,
ove nel tempo di calma del primomattino
sulle basole del lastrico bagnato
si versa dal cielo l’azzurro silenzioso.


Per i quali, stasera, sotto la luna piena,
in solitudine giro anch’io
e rallento davanti alle cappelle
benedicendo senza parola
i sogni spensierati
dei tuoi piccini.